Il mondo sta attraversando una recessione globale e su questa situazione c’è anche troppa enfasi.
Probabilmente siamo solo all’inizio di quello che potenzialmente può andare storto quindi, data l’attuale pressione economica globale, è comprensibile che nel 2009 le organizzazioni indecise fino ad oggi nell’introdurre SOA continuino a rinviare le iniziative volte in tal senso.
Questo beninteso non significa che in futuro non intendano indirizzarsi verso uno “stile SOA” ma solo che attualmente, visto lo scenario, sono cambiate le priorità e di conseguenza e’ cambiato l’orizzonte temporale in cui pensano di dover seriamente fare qualcosa di nuovo.
In una situazione così imprevedibile, investire in qualcosa in un’ottica di ritorno futuro sembra un rischio eccessivo.
Questa scelta sembra logica, per come si sono tipicamente affrontate le cose fino ad ora.
Non è il momento giusto per investire in architettura IT, proprio perché non ci sono soldi in abbondanza quindi si puo’ andare avanti con i sistemi inefficienti, inflessibili, ridondanti e non interoperabili che hanno elevati costi di manutenzione e gestione, nonche’ scarsa capacità di provvedere alle richieste di oggi, figuriamoci a quelle non prevedibili di domani.
Questa situazione conferma che la responsabilità del sistematico mancato investimento nel ciclo continuo dell’architettura va spesso divisa equamente tra le imprese e l’organizzazione IT, come dicevamo a meta’ 2007.
Mi rendo conto quasi sempre del fatto che fino ad oggi chi si e’ avvicinato a SOA, lo ha fatto spesso in modo inappropriato trattando SOA come un progetto di infrastruttura tecnologica, cioe’ ha acquistato le infrastrutture prima di aver capito quali servizi costruire, e prima di avere capito quali problemi risolvere.
O ancora peggio, ha trattato SOA come una soluzione tecnologica affascinante in cerca di un problema.
Come sempre in tempi di incertezza e di stress, il modo migliore per andare avanti sembrerebbe quello di procedere a piccoli passi e misurare i risultati di ogni passo, in modo da essere sicuri che ci si sta muovendo nella giusta direzione. Da questo punto di vista, SOA è una strategia tra le meno rischiose, e questo approccio e’ da sempre quello che tutte le Roadmap SOA prescrivono. In realtà l’obiettivo fondamentale di uno sforzo SOA è quello di consentire un cambiamento continuo negli ambienti eterogenei attraverso la capacità di astrarre fornita dai Servizi. E’ possibile ottenere vantaggi immediati da SOA semplicemente costruendo un servizio che è ampiamente utilizzato nella organizzazione e che, possibilmente, affronta un problema chiave dei processi di business relativi al cambiamento.
Se è possibile identificare un processo da migliorare, la chiave è quella di iniziare con il più piccolo dei processi di business che si può trovare e tra quelli inefficienti, dove l’inefficienza è causata da un aspetto di continuo cambiamento: il miglioramento di quel processo di business permette di recuperare i costi e utilizzare i fondi recuperati per reinvestire in architettura ricominciando di nuovo il ciclo.
Questo non è un approccio da “tempi di crisi”, ma quello che dovrebbe essere SOA, a prescindere.