Che cosa c’entra la formazione aziendale con lo sport?

Chi non ricorda la gioia pazzesca che ci ha dato la partita della squadra italiana di volley femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024?

Alla fine, bello vedere le urla fragorose e liberatorie delle nostre pallavoliste. Eppure, la vittoria è arrivata dopo anni di allenamento silenzioso, severo, esigente, fatto di giorni tutti uguali; e poi regole per la dieta, per il sonno.

E soprattutto con un lavoro costante di focalizzazione sugli obiettivi.

Lo scorso febbraio, per la prima volta a Imola Informatica dedicato una giornata alla formazione di Team Building con la ex campionessa di pallavolo Maurizia Cacciatori.

Non c’era bisogno di essere in forma, perché il focus era più basico: allenarsi alla fiducia.

Come?
Prima occorreva passare la palla ad un compagno e poi, dopo questo esercizio ripetuto decine di volte, giocare la partita contro la squadra avversaria.

Che cosa significa “fare focus”?

Vuol dire definire gli obiettivi di un’attività in modo concreto ed “ecologico”, cioè dicendo che cosa li rende buoni per me.

“Focalizzare” non ha la stoffa di una cosa da fare, come i propositi di settembre dopo le vacanze (palestra, corso di inglese, dieta per dimagrire, etc.): fare focus è scegliere chi voglio essere o non essere.

Gli obiettivi, infatti, non vanno confusi, con la to-do-list, ma sono “la freccia” che diamo ai nostri comportamenti (che cosa voglio e a che cosa sono disposta a rinunciare) da riconoscere.

E magari da “scrivere”: pare che il sistema analogico rallenti l’attività cerebrale e aiuti a porre attenzione, per creare la cornice che dà senso alle cose da fare.
E questo è un lavoro! E che lavoro…

Si parte dagli esercizi semplici per arrivare gradualmente a quelli più impegnativi: chi ha giocato, ha capito che è un lavoro imparare a guardare la direzione impressa alla palla; guardare il compagno a cui indirizzarla; e poi farle passare la rete.

E poi “dare fiducia” al compagno di squadra, impegnarsi a migliorare l’azione, anche senza essergli “amico per la pelle”, perché l’obiettivo è l’obiettivo.

E gli esercizi sono stati: ripetere, ripetere, ripetere…

Che cosa c’è nella ripetizione?

  • C’è l’allenamento del cervello allo stimolo e risposta.
  • C’è la creazione graduale e delicata di un’abitudine.
  • C’è l’allenamento a riconoscere le distrazioni, gli imprevisti rispetto al comportamento da ripetere.

Avete idea di cosa significhi “attenzione”, di questi tempi specialmente?
Se solo pensiamo a quanto tempo siamo ostaggio delle notifiche sui vari dispositivi.

Prendersi del tempo di qualità quando lavoriamo, quando facciamo movimento, è un grande obiettivo.

Ma la volontà si rafforza con le abitudini, ripetute nei fatti e nelle scelte, con il focus sugli obiettivi: come è la fiducia.

Nelle aziende oggi ne abbiamo bisogno tutti.

Mi occupo di persone da più di 30 anni. Ho cominciato nel settore pubblico tra Università ed Enti locali. Appena i miei figli sono diventati più grandi, ho allargato il mio orizzonte verso il settore privato, in particolare nelle aziende manifatturiere: selezioni, relazioni industriali, formazione, fino alla gestione quotidiana del personale. Da Mantova a Milano, passando per la Toscana, vivo esperienze professionali, non senza inciampi, perché la consulenza è fatta anche di storie faticose, come le ristrutturazioni aziendali. Oggi lavoro a Imola informatica, dove l'approccio alle persone è globale, anche attraverso l'uso di strumenti che valorizzano ciò che le persone sono e possono diventare attraverso il loro lavoro: "consulenti in progress".