Perché ti serve un consulente IT che ne sappia di normative!
Siamo sinceri: quante volte, davanti all’ennesima nuova direttiva o regolamentazione europea, o al nuovo decreto legislativo, ti sei sentito un brivido gelido scendere lungo la schiena?
Prima il GDPR, poi DORA, adesso la NIS2, tra un po’ CRA (Cyber Resiliency Act) e domani chissà quale altra sigla minacciosa…
E ogni volta, la stessa storia: “ah, ma è roba tecnica, questa la gestisce l’IT”, come se fosse un problema che riguarda solo i colleghi informatici rintanati nelle fredde sale server a districarsi tra cavi, apparati con lucette colorate e a parlare tra loro con acronimi misteriosi.
Peccato che non sia affatto così.
Le normative non sono solo roba da nerd
Quello che spesso si dimentica è che normative come GDPR, DORA e NIS2 non parlano solo di tecnicismi, crittografia o antivirus.
Parlano di come l’azienda deve funzionare, di come devono essere protetti i dati, garantita la continuità del business, gestiti i fornitori, organizzate le responsabilità.
E qui la questione si fa subito trasversale: non riguarda più solo l’IT, ma coinvolge l’amministrazione, le risorse umane, gli acquisti, la direzione generale.
Un esempio? NIS2 obbliga le aziende a individuare chi è responsabile della cybersecurity a livello di governance. Non basta aver installato un nuovo firewall: bisogna che i vertici sappiano cosa stanno firmando, e che l’intera organizzazione sia allineata su come proteggere il proprio business.
Serve un consulente che parli due lingue
In questo scenario, emerge la figura del consulente IT che capisce il business.
Quello capace di parlare con il responsabile amministrativo senza fargli venire l’orticaria a ogni acronimo inglese; quello che riesce a spiegare a un CEO perché quella cosa chiamata “adeguamento”non è un costo inutile; quello che non si ferma al lato tecnico, ma sa tradurre i requisiti delle norme in azioni concrete, piani, processi.
In pratica, serve un BIT: Business + IT. Una figura capace di stare con un piede in ciascun mondo e fare da ponte tra esigenze tecnologiche e obiettivi aziendali. Non il solito tecnico che si perde nei dettagli del protocollo di rete, né il consulente strategico che parla di cloud come se descrivesse una nuvola vera.
L’adeguamento non è solo un problema IT
E questo concetto va capito una volta per tutte: l’adeguamento a norme come GDPR, NIS2 e simili è un tema aziendale, non solo IT. Un piano di cybersecurity efficace richiede policy aziendali (scritte ma anche applicate), formazione del personale (vera: non il solito e-learning “clicca e dimentica”), definizione (chiara) di ruoli e responsabilità, gestione dei fornitori (oggettiva e non una tantum).
Senza una figura che tenga insieme questi aspetti, si rischia di sprecare risorse, tempo e… beccarsi sanzioni salate.
Meglio un BIT oggi che una multa domani
Avere al fianco un consulente capace di unire Business e IT significa non solo adeguarsi alle normative, ma farlo in modo efficace, riducendo i rischi e magari scoprendo che la compliance può diventare persino un vantaggio competitivo.
Quindi, la prossima volta che sentite parlare di una nuova direttiva europea, niente panico: a volte basta solo un BIT, ovviamente il “BIT giusto” e affrontate l’adeguamento con il piede giusto.