Imola Informatica dal 2016 ha creato un laboratorio a Lugo (RA), aperto a chiunque voglia sperimentare in informatica. Un luogo di incontro fisico e virtuale, ideato per garantire estrema libertà di azione, dove mettere alla prova le proprie competenze, puntando su creatività, innovazione e collaborazione.
Il lab è nato quasi per caso, dalla necessità di avere uno spazio dove fosse possibile sperimentare l’informatica senza avere limiti, partendo dalla gestione fisica dei server (installazione dei dischi, delle schede di rete, manutenzione…) e di tutti gli apparati di rete (router, switch, firewall…) fino ad arrivare alla parte software, di virtualizzazione, di storage, e di orchestrazione.
Siamo partiti a lavorare in uno scantinato, grazie a una serie di server donati da un nostro cliente che aveva svecchiato la propria sala server e ce li aveva fatti scegliere per poterci permettere di “studiare” su apparati server “veri”. A oggi abbiamo un ufficio di circa 100mq e poiché gli spazi iniziano a essere limitanti, stiamo prevedendo una riorganizzazione e un raddoppio delle metrature disponibili.
Il 26 febbraio 2021, a cinque anni dall’apertura del laboratorio di Imola Informatica, abbiamo tenuto un Lunch&Learn dove abbiamo fatto il punto sulle attività che attualmente stiamo portando avanti. L’obiettivo era di farlo attraverso una serie di testimonianze delle persone che ad oggi vi stanno lavorando, o alcune di quelle che hanno contribuito all’apertura, per capire che cosa sia diventato nel tempo.
In cinque anni il laboratorio è ormai diventato una palestra di sperimentazione e una fucina di idee. Finalmente ci possiamo misurare con il tenere in “produzione” le tecnologie nuove e sviluppiamo nuove forme di collaborazione tra i vari gruppi che vi lavorano.
Io c’ero dall’inizio. Ho partecipato alla primissima realizzazione e per me il laboratorio è ormai diventato un hobby nel fine settimana e in alcune sere dopo il normale orario lavoro. Un hobby decisamente impegnativo, che assorbe tantissimo tempo, ma che restituisce molto in cambio: nuove collaborazioni, nuove conoscenze, pensiero laterale. Il confronto con persone che hanno esperienze e modi di lavorare completamente differenti è un grande valore per sé stessi e per Imola Informatica.
Ho seguito alcuni tesisti, offro supporto ad alcuni progetti e rispondo alle domande degli utilizzatori. Io stesso utilizzo l’infrastruttura del laboratorio per alcune mie sperimentazioni: in questo periodo sto lavorando sulla virtualizzazione e i container e sui control plane di storage per Kubernetes.
Un Lab con tanti volti
I collaboratori fissi del Lab oggi sono undici. Sono quasi tutti studenti che, in cambio della loro partecipazione alle attività di laboratorio, vengono dotati di strumentazione per poter lavorare (computer, collegamento a Internet) e ricevono un piccolo compenso mensile. Sottolineo – e questo è un punto caratterizzante – che la loro partecipazione è libera. Possono usare come preferiscono la strumentazione e hanno solo l’obbligo morale di contribuire a realizzare qualcosa che loro ritengono interessante per il laboratorio o – in generale – per Imola Informatica.
Su queste persone, oltre ad alcuni volontari e ad alcune persone di Imola Informatica (in una quota parte del loro tempo, anche qui stabilita volontariamente), poggia l’operatività del laboratorio di Lugo.
Il laboratorio è aperto all’utilizzo da parte di tutti, a patto di mantenere una correttezza nell’uso della strumentazione, o nella partecipazione ai progetti. Tutta la conoscenza è aperta e collaborativa, e ognuno deve contribuire a mantenere in ordine il materiale di laboratorio e a farne progredire la struttura. Struttura che viene di volta in volta discussa per gruppi di lavoro, rispettando – per quanto possibile – il lavoro degli altri gruppi.
Un Lab molto frequentato
Oggi sono oltre 120 le persone che accedono da remoto al Lab. La strumentazione è gestibile tutta o quasi da remoto e le necessità di essere fisicamente presenti per potervi lavorare sono veramente limitate: ad esempio, per ripristinare la corrente se vi sono malfunzionamenti nell’impianto elettrico, oppure per attività che per propria natura richiedono di agire fisicamente sulle apparecchiature, come i cablaggi di rete.
Il laboratorio è – e lo è stato fin da sempre, per principio – completamente destrutturato.
Nato per rispondere a una richiesta di poter sperimentare su tutti gli aspetti dell’informatica, fin da subito si è partiti dal principio di permettere a (quasi) tutti di avere privilegi di amministrazione. Vengono accolte persone con competenze e maturità completamente differenti, facendole lavorare insieme, insegnando i modi per rispettare il lavoro degli altri. Questa caratteristica è ciò che rende il laboratorio veramente tale.
Cosa facciamo
Difficile definire esattamente cosa stiamo facendo. Di sicuro qualcosa di utile per Imola Informatica e per chi frequenta il laboratorio. Vi sono ricercatori che stanno facendo prove insieme a tesisti, dottorandi che usano il laboratorio per approfondire temi della propria tesi, laureandi che svolgono le parti di sperimentazione delle tesi di laurea affiancate a personale di Imola Informatica. Per sapere esattamente cosa stiamo facendo, sarebbe necessario intervistare ognuno di loro.
Nel Lunch&Learn alcune delle persone che vi stanno lavorando oggi hanno condiviso dettagli su quello che stanno facendo, abbiamo scoperto che ci stiamo occupando di serverless, iota e architetture P2P, ma anche di kubernetes, dello sviluppo di alcune funzionalità del nostro sistema di rendicontazione interna EMT. Tutte cose utili per sviluppare competenze sulle tecnologie e sulle consulenze future di Imola Informatica.
C’è anche un gruppo di studenti delle superiori che, insieme a studenti del primo anno di Ingegneria, sta sviluppando un’app per ordinare al bar della scuola. Uno di questi, appassionato della parte sistemistica, mi sta aiutando a configurare e mantenere un cluster di storage Ceph collegato ad un cluster Xen dove molte delle persone di Imola Informatica stanno facendo girare le proprie VM di test.
Altri hanno realizzato la propria tesi triennale su aspetti di sicurezza delle architetture a cointainer, e stanno svolgendo attività su Distributed Ledger. Qualcuno si diverte a utilizzare il laboratorio per riprodurre infrastrutture dei clienti, e installare cluster Kubernetes. Il gruppo di persone di Cyberloop, l’azienda del gruppo che si occupa di cybersecurity, invece, usa il lab per sperimentare su infrastrutture di Identity Management, per approfondire aspetti di sicurezza su Kubernetes, e per lavorare su sistemi Big Data, eventualmente collegati ad algoritmi di IA.
Insomma, tante cose nuove alla base della spinta di innovazione che deve avere un’azienda come Imola Informatica.
Cosa vorremmo fare domani
Facile a dirsi, un po’ più sfidante a farsi: continuare a sperimentare, a crescere, ad aumentare la partecipazione. Vorremmo essere il punto di riferimento per la crescita di una piccola comunità locale di appassionati di informatica. Vorremmo coinvolgere nuove persone, all’interno e all’esterno di Imola Informatica, e far collaborare sempre meglio le persone che gravitano attorno al laboratorio.
Il laboratorio dovrà iniziare a essere un po’ più strutturato, perché al crescere delle dimensioni serve un’infrastruttura di base più robusta: in particolare stiamo migliorando la connettività e la struttura della rete locale., permettendo a tutti di gestire con il massimo dei privilegi la propria area di sperimentazione, ma al tempo stesso garantendo un minimo di resilienza, perché ormai sul laboratorio insistono le attività di tantissime persone.
Questa sarà probabilmente la sfida maggiore da affrontare nel breve termine: cercare il modo migliore per definire e rafforzare la nostra struttura all’interno del laboratorio. Con l’obiettivo di aumentarne la disponibilità. Senza rinunciare a quella libertà che vogliamo continuare a garantire a tutti gli ospiti che, come noi, amano sperimentare e aspirano a crescere insieme agli altri.