Negli ultimi 12 mesi ho avuto la fortuna di visitare una ventina di aziende per un master sul management.
L’aspetto forse più curioso di questo master itinerante è stato l’estrema varietà dei modelli di business e dei relativi modelli organizzativi che si sono approfonditi.
In tanta varietà erano però visibili alcuni elementi ricorrenti, tra cui decentramento delle decisioni, insourcing e accessibilità delle informazioni.
Decentramento delle decisioni
In tutte le aziende, anche quelle più classiche, sono in via di ridefinizione i processi decisionali a favore dei ruoli più operativi. Ovviamente questo trend ha diverse applicazioni in base alla cultura aziendale.
Se l’azienda è molto gerarchizzata, il decentramento è vissuto in maniera traumatica, tanto da indurre alcune aziende a innovare creando startup ad hoc su prodotti o servizi nuovi, per distogliere il controllo delle strutture ordinarie dall’obiettivo aziendale.
Alcune aziende dichiarano che è impossibile innovare al proprio interno, perché significherebbe “smontare” gran parte della burocrazia interna: un’operazione troppo lunga e costosa.
Le nuove aziende invece sembrano quasi rifiutare schemi predefiniti e sono concentrate solo sulla loro missione primaria: questo le rende molto efficaci ma poco efficienti.
In ogni caso è oramai necessario organizzarsi per avere responsabilità distribuite e una forte riduzione dei livelli aziendali (e quindi di poltrone e poltroncine).
Insourcing
Le aziende più agili e innovative hanno attuato delle politiche di insourcing, ovvero di creare dei reparti interni (molto spesso tramite società controllate) a scapito di possibili forniture.
Questa politica porta ad una riduzione dei costi complessivi di sperimentazione e ad una velocità di test dei nuovi prodotti e servizi che non sarebbe attuabile in altre condizioni.
Rimane invece molto forte la pratica dell’outsourcing per la produzione vera e propria o per tutte le funzioni non strettamente legate alla ricerca e sviluppo.
Accessibilità delle informazioni
Lo si sa da anni … l’informazione è potere!
Nel mercato di oggi è necessario elaborare un numero di informazioni sempre crescente e, anche se gli algoritmi di intelligenza artificiale sono sempre più sofisticati, è necessario diffondere un gran numero di informazioni a un gran numero di persone per risolvere problemi complessi in tempi ragionevoli.
Abbiamo quindi alcune prospettive molto particolari davanti a noi:
- Alcune informazioni sono analizzabili solo tramite algoritmi di IA, ma dobbiamo stare molto attenti a come “istruiamo” i nostri software
- È necessario rimuovere automaticamente gran parte del “rumore” generato da questa divulgazione di informazioni
- È necessario avere una preparazione media dei collaboratori molto alta per migliorare le analisi e quindi le soluzioni
Conclusione
Dopo questa esperienza molto intensa, penso che siamo solo all’inizio di una riorganizzazione complessiva della società del lavoro.
Molte attività ordinarie sono automatizzabili e molte decisioni possono, anzi devono, essere prese sul campo e non dai top manager.
Queste due spinte portano ad una compressione complessiva della forza lavoro per un’azienda e allo stesso tempo è necessario avere dei collaboratori con un livello di qualità mediamente molto più alto rispetto a prima.
Cosa faranno quelli che non riescono a riqualificarsi?
Io credo che sarà un passaggio drammatico, ma che alla fine ci sarà una forte spinta innovativa capace di creare nuovi servizi e prodotti utili, magari a partire dal territorio locale.
Foto: Moyan Brenn