Enterprise architecture ed esami di “maturità”

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Una delle frasi ricorrenti che sentiamo dire dai clienti quando proponiamo o iniziamo con loro un percorso di enterprise architecture è “non siamo ancora maturi”: i dati non sono maturi, l’organizzazione non è matura, le persone non sono mature…
Ma cosa significa “essere maturi” dal punto di vista dell’enterprise architecture e quando un’organizzazione può considerarsi tale?

Il grado di maturità è legato al livello di conoscenza, condivisione e accettazione nell’organizzazione del processo e del modello dati di enterprise architecture. Fare enterprise architecture significa disegnare l’architettura di un’organizzazione per allineare le iniziative di evoluzione IT alle strategie aziendali. Un enterprise architect promuove una visione d’insieme dell’azienda: occorre integrare informazioni potenzialmente eterogenee con livelli di dettaglio differenti dalle diverse aree, riconducendurle ad un modello comune e condiviso e fornire viste (business, architetturale, applicativa, infrastrutturale, organizzativa) adeguate alle esigenze dei vari interlocutori. Il livello di maturità dipende quindi da quanto il processo di enterprise architecture incide sulle decisioni all’interno dell’organizzazione.

Sfortunamente dati, organizzazione e persone non maturano da soli. Se i dati e il modello non sono gestiti si rischia di trarre conclusioni basate su una fotografia che non corrisponde più alla realtà. Aggiornare dei dati obsoleti può avere dei costi molto elevati perché il divario può diventare talmente alto da vanificare gli sforzi iniziali, il che equivale quasi a ripartire da zero. Se non si coinvolgono le persone nel miglioramento dell’enterprise architecture le decisioni possono apparire come calate dall’alto, le informazioni possono risultare incomplete, inesatte o non del grado di dettaglio utile, di fatto diminuendo la credibilità e il livello di condivisione del processo e del modello dell’EA.

La buona notizia è che un percorso di enterprise architecture può essere intrapreso in modo graduale. Quando un’organizzazione si interessa ai temi di EA perché è consapevole che dover ricostruire lo stato corrente dei propri sistemi a ogni nuova iniziativa non è utile né efficace ha già un grado di maturità sufficiente per iniziare. Si può partire da qualsiasi area, in generale quella su cui si ritiene di avere più informazioni o si pensa che siano più facili da recuperare (processi? applicazioni? infrastruttura?). Si può proseguire per passi, aggiungendo i dati necessari per lo scopo che si vuole ottenere, mantenendo aggiornati quelli esistenti e migliorandone la qualità, coinvolgendo gli interlocutori potenzialmente interessati e cercando di fornire ad ogni passaggio analisi e informazioni significative.

Non esiste quindi un esame di maturità finale perché non c’è un punto di arrivo definitivo. L’enterprise architecture è un’attività continua che deve seguire e agevolare i cambiamenti all’interno dell’organizzazione.

Mi impegno perché le buone idee non rimangano solo su carta se una nuova metodologia o tecnologia può aiutare concretamente a lavorare meglio o aprire opportunità. Attualmente mi occupo di temi legati a trasformazioni digitali, architetture cloud e integrazioni multi-cloud. Curiosa da sempre, mi piacciono i viaggi, il buon cibo, il buon vino, il trekking e la muay thai.